Wollongong 2022, Julian Alaphilippe: “Non sarò capitano unico, ma penso di poter incidere sulla corsa”

Julian Alaphilippe non vuole lasciare la maglia di campione del mondo senza lottare. Il transalpino è riuscito a rientrare tra i convocati della Francia per Wollongong 2022 dopo la caduta che l’aveva costretto a lasciare la Vuelta ed è pronto a dare battaglia sul tracciato iridato come ha fatto nelle due precedenti edizioni, che si è poi messo in bacheca. Il corridore della QuickStep-AlphaVinyl sa che quest’anno non potrà rivestire il ruolo di capitano unico (forse è da vedere anche in quest’ottica la convocazione di Benoît Cosnefroy, che inizialmente aveva dichiarato di non voler andare in Australia), ma sembra comunque pronto ad affrontare tutto quello che lo attende.

“Ho molta motivazione e sono piuttosto rilassato – ha spiegato a L’Equipe – Non arrivo nelle migliori condizioni, questo è sicuro, mi sono infortunato alla Vuelta, un’altra volta in questa stagione, una volta di troppo direi.  Lasciare la Vuelta è stato un brutto colpo, la forma andava migliorando, ma mi è andata bene con questa lussazione della spalla, alla fine ho passato solo qualche giorno senza bici. […] Mi va bene essere un po’ meno capitano unico, d’altronde non ho scelta. Mi sarebbe piaciuto arrivare in altre circostanze, ma credo che nessuno dubiti del mio stato d’animo. Non sono al 100%, ma sono pronto a far male, a dare il massimo”.

Il classe ’92 sembra particolarmente consapevole delle sue possibilità e di quelle del suo team: “In squadra abbiamo profili adatti a tutte le esigenze del circuito, anche se magari siamo meno favoriti degli altri anni. Poi, non è che farò schifo, ma non ho nemmeno le stesse garanzie. Mi considero in grado di incidere sulla corsa, di aiutare i compagni se ci sarà bisogno. Sono un capitano, non il capitano unico, mi sta bene. Al mio fianco ho dei corridori in gran forma, ce la giocheremo con il collettivo. Meno pressione? No, l’unica volta in cui ne ho sentita un po’ forse è stata a Imola due anni fa. L’anno scorso non ne avevo, volevo dare tutto, ma soprattutto ero pronto a perdere, il che spiega il modo in cui ho corso nel finale. Penso che la testa farà la differenza più delle gambe, ma non ho pressione”.

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